Disturbi d'ansia
Sintomi, teoria e cura
Per quanto possa essere vissuta come particolarmente spiacevole e poco desiderabile, l’ansia è una delle principali e più comuni emozioni di base umane. Come tutte le emozioni è un’importante fonte di informazioni per noi, perché è un importante segnale della nostra mente sulla presenza di un elemento plausibilmente pericoloso o fonte di minaccia.
Nel 1994 viene descritta dall’American Psychiatric Association come l’anticipazione di un evento negativo pericoloso futuro, accompagnato da sintomi fisici di tensione e che può riferirsi ad una situazione interna o riferibile al mondo esterno (APA, 1994).
L’ansia è un’emozione che si spiega in modo particolarmente chiaro in chiave evoluzionistica: come tutte le nostre emozioni, ha origini antiche nella storia della nostra specie. Lo sviluppo di questa emozione è stata infatti particolarmente funzionale alla nostra sopravvivenza, e lo è ancora oggi entro se mantenuta ad un livello di manifestazione non patologico. Proviamo a pensare come, un tempo, potesse essere particolarmente funzionale poter prevedere possibili condizioni di pericolo alla nostra incolumità (es. il sapere della presenza di un animale pericoloso in una determinata zona), percepire di conseguenza uno stato di ansia ed agire con comportamenti protettivi di evitamento (es. non avvicinandosi alla zona in cui quel dato animale è stato visto). La differenza sostanziale con la nostra vita quotidiana è che difficilmente ci ritroveremo a dover lottare per la nostra sopravvivenza contro animali pericolosi.
Sintomatologia
Possiamo dividere le manifestazioni dell’emozione di ansia in 3 categorie principali:
1. Sintomi fisici, suddivisibili a loro volta in:
- Sintomi cardiorespiratori: palpitazioni, pressione al petto, respiro affannoso, sensazione di soffocare, …
- Sintomi gastrointestinali: vomito, nausea, dolore e crampi addominali, dissenteria, …
- Sintomi vestibolari: sensazione di mancanza di equilibrio, capogiri, sensazione di svenimento, …
- Sintomi psicosensoriali: confusione, perdita di orientamento, sensazione di irrealtà, sensazione di distacco da sé e dal proprio corpo, …
3. Sintomi comportamentali: evitamento di situazioni, evitamento di pensieri, evitamento di stimoli riconducibili allo stato temuto di ansia, comportamenti di protezione (secondari all’evitamento) per mezzo dell’assunzione di sostanze o psicofarmaci per gestire lo stato emotivo spiacevole.
Procediamo ora con un cenno sul modello teorico di base della manifestazione psicopatologica di questa emozione.
La teoria
Nel 1976 A. Beck, psichiatra e psicoterapeuta statunitense, nella sua teoria cognitiva dei disturbi emozionali, definisce come l’ansia sia spesso accompagnata, nella sua variante clinica, da pensieri negativi che affiorano alla coscienza del paziente e che derivano da schemi e distorsioni cognitive. Il contenuto di questi pensieri si concentra sulla percezione di pericolo e sulla sottovalutazione delle proprie capacità di fronteggiamento di esso.
Molto comuni nelle condizioni cliniche legate all’emozione di ansia sono gli stili di pensiero ripetitivo di tipo rimuginativo e ruminativo, che approfondirò in una sezione dedicata.
Nell’ambito della ricerca, lo psicologo P. Salkovskis elabora un’equazione particolarmente interessante, che definisce le componenti principali dell’intensità dell’ansia percepita nel campo dei disturbi d’ansia. Gli elementi dell’equazione di Salkovskis sono: la gravità dell’evento temuto, la probabilità dell’evento temuto, la capacità individuale di poterlo affrontare e la possibilità di salvarsi, allontanarsi nel caso in cui fallissimo nel fronteggiarlo. Ecco l’equazione:
Disturbi d’ansia
Prendendo come riferimento il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali DSM-5-TR, i disturbi d’ansia si suddividono in:
- Disturbo d’ansia generalizzata
- Disturbo d’ansia sociale*
- Disturbo di panico*
- Agorafobia
- Mutismo selettivo
- Disturbo d’ansia di separazione
* ne parlerò in una sezione dedicata.
Vediamo invece le possibili proposte di intervento e trattamento più efficaci per le condizioni cliniche legate all’emozione di ansia.
Il trattamento
L’intervento d’elezione per il trattamento e la cura delle condizioni patologiche legate all’ansia sono i percorsi psicologici e psicoterapeutici basati sull’approccio cognitivo-comportamentale. Gli obiettivi di questi percorsi sono volti al miglioramento delle capacità del paziente di gestire l’incertezza e la manifestazione sintomatica dell’ansia per mezzo di: interventi psicoeducativi, volti a fornire informazioni sulla natura dell’ansia, incrementando la comprensione del paziente dei meccanismi sottostanti alla sua manifestazione; interventi cognitivi, come la ristrutturazione cognitiva, volti all’identificazione e alla modifica dei pensieri negativi automatici (PAN) associati all’ansia, che sono importanti fattori di mantenimento del disturbo; interventi di gestione dell’attivazione fisiologica, volti alla gestione delle manifestazioni fisiche; interventi comportamentali, volti all’implementazione di esperimenti pratici ed efficaci da svolgere nella vita quotidiana del paziente.
A questo tipo di intervento, si può accompagnare un percorso basato sull’approccio metacognitivo, maggiormente concentrato ai fattori che contribuiscono allo sviluppo e al mantenimento del disturbo. Il focus di intervento è sulle modalità di pensiero (processo), anziché sul contenuto dei pensieri negativi problematici (contenuto). Il target di intervento è quella che viene definita Sindrome Cognitivo-Attentiva (CAS), caratterizzata da un eccessivo rimuginio e un’attenzione slettiva verso la minaccia.
Bibliografia
Di seguito la bibliografia di riferimento:
- Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed. Text Revision); APA (2023); Washington, DC.
- Cognitive Therapy and Emotional Disorders; Beck, A. T. (1976); New York, USA.
- Disturbi d’ansia; Stein, M. B., Sareen, J. (2011).
- The cognitive approach to anxiety: threat beliefs, safety-seeking behaviour, and the special case of health anxiety and obsessions In Frontiers of Cognitive Therapy; Salkovskis, P. (1996); London, UK.